Bene che l’iniziativa di giovedì su viale Marconi abbia sortito una reazione del Sindaco Reggente Parigi e l’impegno, almeno a parole, di coinvolgere il viale negli eventi. Un cambio repentino positivo se penso che, a inizio settembre, quando ho portato alla luce la proposta di chiudere viale Marconi una giornata in occasione di Pordenonelegge, Parigi era rimasto in silenzio prima, per farne poi dell’ironia nel Consiglio Comunale del 16 settembre con l’espressione “un certo PD vorrebbe chiudere viale Marconi” durante discussione del DUP.
DUP che, ogni anno, evidenzia come il settore del commercio sia sempre più in sofferenza: il numero di imprese attive è ogni anno più basso.
Sul commercio non esistono bacchette magiche, ma metodi di lavoro sì, a partire da tavoli condivisi con chi ogni giorno ci lavora e che spesso chiedono, più che grandi eventi, una cura costante e continuativa della città, a partire dalla pulizia e una cultura della bellezza.
Il commercio aiuta nel decoro delle strade ma non si può scaricare solo su di esso la pulizia delle stesse, soprattutto quando esistono delle servitù di passaggio pubblico come sotto i portici. Fino a 8 anni fa il comune di Pordenone puliva ogni tanto su viale Marconi, ora non più. Le ragnatele fisse sulla mostra fotografica tratta dall’archivio di Gino Argentin dovrebbero far riflettere.
Se perdiamo continuamente attività commerciali perdiamo le principali sentinelle del decoro urbano,con ripercussioni anche sul valore degli immobili dei residenti. E’ un tema che interessa a qualcuno?
Dall’incontro di venerdì su viale Marconi sono emerse delle proposte di residenti e commercianti che riassumerò prossimamente in un documento e lo metterò a disposizione di chiunque sia interessato, amministrazione inclusa, perché questo è il mandato che ho ricevuto dai partecipanti. I consiglieri comunali dovrebbero stare sulle strade, fuori dalle ZTL, prima che nei palazzi, perché lo sguardo critico dei cittadini parte da lì.
Ho una tessera di Partito in tasca a cui essere leale e fedele, ma questo non è, e non deve essere, un limite ad espletare il mio mandato di consigliera comunale nell’interesse dei cittadini, a prescindere dalla loro appartenenza politica. Questa è la politica che piace a me, nei toni e nei modi, a cui non intendo rinunciare.
