Irene Pirotta (PD): giornate sportive in occasione delle scuole chiuse per le elezioni. Grazie alle associazioni, ma dobbiamo fare di più.
Venerdì 5 maggio sono state premiate le 8 associazioni che hanno aderito alle mattinate ludico sportive in occasione delle elezioni del 2/3 aprile . Non una rivoluzione ma una mano tesa sì per le tante famiglie pordenonesi, ma quante?
Come Partito Democratico avevamo depositato un’interrogazione scritta per avere un quadro più chiaro sui numeri, capire gli spazi di miglioramento del servizio e magari, aprire una seria riflessione sull’opportunità che nel 2023 le scuole possano essere gli unici spazi adeguati ad assolvere la funzione di seggio elettorale. Ricordiamo che per le elezioni regionali si è votato a ridosso delle festività pasquali per cui gli alunni i cui plessi sono stati interessati dai seggi elettorali, di fatto, sono andati a scuola 1 giorno su 5.
Parliamo di numeri. Gli istituti comprensivi coinvolti nei seggi sono stati 4 per un totale di 1926 alunni. Le richieste pervenute per aderire all’iniziativa delle mattinate ludico sportive sono state 392. Significa che l’offerta ha coperto circa il 20% dell’utenza potenziale.
Dato diverso riguarda invece l’inclusività di bambini certificati: 3. Un dato che si è riusciti a leggere solo in correlazione con la presenza di un educatore personale, perché le certificazioni non sono state richieste. Il tema delle certificazioni è sicuramente delicato per un tema di privacy, ma è anche un elemento importante nella pianificazione di un’attività che sia il più possibile inclusiva.
Bene che si sia partiti con 8 associazioni, ma possiamo puntare ad ampliare l’offerta guardando oltre lo sport. Penso alle tante associazioni culturali che potrebbero operare anche in altri luoghi della città: musei, biblioteche e teatri.
Diocesi e parrocchie possono essere anche loro interlocutori per la pianificazione grazie alle realtà degli oratori.
Ricordiamo infatti che le giornate ludico sportive hanno coperto solo le mattinate, senza mensa. Un parziale ristoro soprattutto per le famiglie che aderiscono al tempo pieno.
Proporrei quindi di censire ora le manifestazioni di interesse delle associazioni che siano disponibili ad aderire a queste giornate alternative. Ricordiamo che la prossima scadenza elettorale è nella primavera 2024 con le elezioni europee.
Censiamo il “chi” assieme al settore di competenza e al dove. Alcune associazioni potrebbero esprimere la sede ordinaria dove operano quotidianamente o esprimere un desiderata sul luogo che riterrebbero più opportuno per le loro attività.
A questo aggiungerei di fare un sondaggio di controllo con la collaborazione delle scuole per una valutazione del servizio messo a disposizione dall’amministrazione comunale a prescindere dal fatto che le famiglie abbiano aderito o meno. La ragione è semplice. Chi ha partecipato può esprimere il gradimento e come migliorerebbe il servizio. Chi non ha partecipato potrebbe indicare le ragioni per cui non ha ritenuto attrattivo il servizio . Nell’interrogazione scritta avevamo chiesto di conoscere “quante richieste erano pervenute e non soddisfatte e/o inserite in una lista d’attesa”. La risposta dell’amministrazione è stata “le richieste pervenute e non soddisfatte è pari a zero”. Personalmente posso avere qualche dubbio su questo numero?
Io, come genitore, se fossi andata sul sito internet del comune (come ho fatto) e avessi trovato a fianco alla struttura selezionabile “posti terminati” forse mi sarebbe passata anche la voglia di presentare la domanda. Se le famiglie vogliono raccontarci le loro esperienze, ricordo, che possono contattare tutti i consiglieri comunali agli indirizzi e-mail istituzionali che si trovano indicati sul sito del comune di Pordenone.
Concludendo: bella l’iniziativa, grazie alle associazioni ma ora è tempo anche di analisi per fare meglio la prossima volta.
La mia è anche una scelta di metodo nel fare opposizione: riconosco il merito, critico dove c’è spazio di miglioramento e formulo una proposta. All’amministrazione la scelta di ascoltare o “fare orecchie da mercante”.