Quote o rappresentanza? I numeri delle donne nei centri di potere

10 Maggio 2023

Oggi su “il Gazzettino” c’è questo titolo:

Il Gazzettino ed. Pordenone 10.05.23

Riconosco di aver “calcato la mano” lunedì 8 maggio, in consiglio comunale durante una discussione relativa al nuovo assessore e al tema delle quote (rosa o azzurre). Ho citato l’esempio delle leggi razziali come norme di diritto positivo, non giuste e non eque. Oggi citarle non lascia nell’indifferenza nessuno mentre all’epoca dei fatti, tanti , troppi, sono rimasti indifferenti.

L’indifferenza è un tema che oggi attraversa anche il tema della rappresentatività femminile nelle sedi di potere.

L’indifferenza è quella che ha fatto sì che in Italia le donne conquistassero il diritto di voto solo nel 1945.

In Italia, per molti secoli, alle donne è stato impedito di studiare e di lavorare, specialmente in alcuni ambiti. Ricordiamo la Legge Sacchi (L.1176 dd 17 luglio 1919) relativa alle “norme sulla capacità giuridica delle donne” contro l’infirmitas sexus, il principio giuridico che rappresentava per le donne un impedimento sulla capacità di agire, di essere titolari di diritti (come il voto), di esercitare alcune professioni come, per esempio, l’avvocatura (è il caso  di Lidia Poët prima donna avvocato in Italia).

L’indifferenza è quel sentimento che ti lascia accettare, come se fosse normale, che più di un 50% della popolazione sia rappresentato, nei luoghi decisionali, solo per il 20%-30%. Parlo della popolazione femminile, popolazione che è riuscita a raggiungere le predette soglie di rappresentatività solo grazie a meccanismi “di quote”, permettendo anche di esprimere la “doppia preferenza di genere”. Meccanismi che servono a rompere tetti di cristallo, costruiti più su pregiudizi che su contenuti.

Pordenone e il Friuli Venezia Giulia sono un esempio concreto di come possa cambiare la rappresentatività grazie a questi meccanismi.

Elezioni amministrative 2021 a Pordenone: è in vigore la possibilità di esprimere la doppia preferenza di genere. La composizione del consiglio comunale al 8 maggio 2023 è la seguente:

19 consigliere

23 consiglieri

Una rappresentanza quasi al 50% di entrambi i generi ed è la prima volta che succede in questo comune, ex capoluogo di provincia, da più di 50.000 abitanti.

Elezioni regionali 2023 in Friuli Venezia Giulia: è possibile esprimere una sola preferenza. In Italia, sono solo 4 le regioni (Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Piemonte e Valle D’Aosta) dove oggi non è possibile esprimere la doppia preferenza di genere per il rinnovo del consiglio regionale. Di fatto, è inadempienza alla L. 20/2016.

Nella passata legislatura regionale (2018-23), il consigliere Francesco Russo (PD) ha presentato per ben due volte una proposta di legge per introdurre la doppia preferenza. Per ben due volte, la maggioranza del Governatore Massimiliano Fedriga l’ha bocciata.

La composizione del consiglio regionale, dopo le elezioni del 2/3 aprile è la seguente:  su 49 consiglieri eletti solo 9 sono donne, meno del 20%.

Un numero a cui neanche il mio partito, il Partito Democratico, è immune: su 11 consiglieri eletti, solo 2 sono donne (Celotti e Fasiolo).

Questi sono i numeri.

La giunta regionale vanta 3 assessori donne: Rosolen, Zilli (Lega), Amirante (FdI).

Cristina Amirante, che esce da assessore all’urbanistica di Pordenone per diventare assessore alle infrastrutture del Friuli Venezia Giulia, è sempre stata braccio destro del sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani (FdI).

Ad Alessandro Ciriani riconosco il merito di avere 5 assessori donna su 8. Riconosco che è una persona brillante, per contenuti e proprietà di linguaggio e per questa ragione sono rimasta stupita (e amareggiata) quando ha deciso di giustificare il NO in giunta alla consigliera Mara Piccin invocando solo la legge sulle quote e non sviscerando il tema nel merito.

Poteva essere d’esempio a tanti amministratori e alla regione stessa. Perché va detto: Mara Piccin rimane fuori dalla giunta di Pordenone per una questione di quote, Riccardo Riccardi rimane assessore alla sanità nel secondo mandato di Fedriga per merito. La forza politica (Forza Italia) è la stessa, ma quote e merito hanno pesi diversi.

Siccome credo nell’importanza di documentarsi dalle fonti, di seguito riporto il discorso integrale così come era stato pensato, scritto e letto.

Buona lettura!

Consigliera Irene Pirotta

<<Complimenti all’assessore Verdichizzi per la nomina. Con questo ultimo turn over possiamo augurare buon lavoro a tutti i nuovi membri, ma soprattutto al Sig. Sindaco Alessandro Ciriani, vera ancora e faro di questa amministrazione.

E proprio in quanto punto di riferimento di questo comune oggi e di questa regione domani riconosco che è stato spiacevole leggere dell’appello alle “quote azzurre” che è apparsa più una motivazione parafulmine per rimediare a un’uscita poco elegante nei confronti della consigliera Piccin e per distogliere l’attenzione da un tema più delicato come il cumulo di incarichi. Apprendiamo infatti solo oggi, dai giornali, le dimissioni di Verdichizzi dal consiglio di amministrazione del Teatro Verdi.

Signor Sindaco io non ho alcun dubbio sul fatto che per la sua autonomia e il suo buon governo lei abbia diritto di scegliere i rappresentanti della suo giunta in una rosa di nomi che abbiano la sua piena fiducia. Per tale ragione avrei apprezzato maggiormente un diniego motivato nel merito che un appello alle quote azzurre anche se questo è previsto dall’articolo 137 della L. 56/2014 , norma sulla cui interpretazione non c’è dubbio visto il rinforzo interpretativo della circolare del FVG del 30 maggio 2014 .

Lei ha ragione ad appellarsi alla norma, ma una norma può anche non essere equa se contestualizzata. Lei appartiene alla prima forza politica che riesce a far ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio a una Donna. La sua forza politica è riuscita ad ottenere uno dei tre assessorati a guida femminile. Esempi importanti . Noi abitiamo in una delle 4 regioni d’Italia che ad oggi non ha approvato una legge elettorale che consenta di esprimere la doppia preferenza di genere e si vede. Sul totale dei 48 consiglieri eletti, solo 9 sono donne. Significa una percentuale inferiore al 20%. Anche il mio partito, con 2 elette su 10, non è immune a questo problema.

Eppure la doppia preferenza ha permesso, per la prima volta nella storia del comune di Pordenone, di avere una rappresentatività femminile quasi al pari di quella maschile (oggi abbiamo 22 uomini / 23 con Verdichizzi /e 19 donne).

Eppure le donne rappresentano più del 50% della popolazione.

Le quote di genere sono state promosse per progredire nella rappresentanza paritaria, a partire dalle donne, sottorapresentate.  Se meno di un terzo dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite ha mai avuto un leader donna, si stima che al ritmo attuale di rappresentanza femminile l’uguaglianza di genere nelle più alte posizioni di potere non sarà raggiunta per almeno altri 130 anni.

Capisce sindaco perché sentir parlare di quote azzurre, per un assessorato, appare stonato? Poteva essere di esempio parlando di merito, di competenze, di opportunità, di libertà decisionale, di interesse collettivo, di interesse prevalente ma ha scelto la foglia di fico delle quote azzurre. La soluzione più semplice, non la più equa >>

Pordenone, 8.05.2023