Quando sono andata a vivere con mio marito, la prima regola è stata: per una convivenza felice bagni separati.
E così abbiamo sempre fatto: in casa due bagni, uno per i maschi e uno per le femmine. È una questione per evitare i litigi sulla tavoletta su o giù, schizzi giù o su.

A casa dei mie genitori, i bagni erano due ad uso misto: vai dove è libero, con buona pace di mio padre che doveva convivere con 4 donne.
Mi sono trovata in autogrill nel bagno dei maschi perché quello delle femmine era troppo pieno. Ci ho portato anche le mie figlie piccole proprio perché la fila era troppo lunga.
Ci sono locali pubblici dove il bagno è uno con un’unica etichetta: maschi o femmine non importa.
Ho frequentato bagni femminili come l’unico luogo dove ho potuto vedere il volto di una donna completamente velata: indossava il Niquab e il bagno femminile era l’unico luogo dove poteva toglierlo.
L’IKEA è uno dei pochi luoghi in cui il fasciatoio è nel bagno neutro: non sta scritto da nessuna parte che il pannolino lo cambiano solo le mamme. Spesso mio marito è andato nel bagno femminile per cambiare il pannolino ai nostri figli o per portali in bagno.
Ho visto coppie uscire insieme da un gabinetto. Non ricordo se ci fosse un’etichetta sulla porta .
Ci sono stati bagni in cui c’era Marte o Venere sulla porta: io che confondo i simboli, posso avere anche scelto Marte ma il bagno era pulito.
Uno dei bagni più belli l’ho visto al Greenwich Village a New York: nessuna etichetta. Se non lo sapete questo è il quartiere che accoglie il quartiere LGBT di New York, con le bandiere arcobaleno anche sulle chiese.
Io i bagni del Parlamento non li ho visti, ma ricordo la polemica dell’onorevole Gardini che insultava l’on. Vladimir Luxuria perché usava il bagno femminile.
Qualche anno fa mio figlio è uscito da un bagno pubblico di un parco cittadino dicendomi che un uomo era appena entrato con una siringa.
In tanti bagni trovo il cartello che invita a non gettare assorbenti e altri materiali nel WC
Dopo giorni che leggo di bagni e ipotesi che entrano nella libertà di una scuola , che magari conosce i suoi studenti , c’è un BAGNO VERO che merita attenzione: quello del Parco San Valentino.
Il bagno delle femmine e’ fuori servizio, quello per i bambini ha la tavoletta rotta. L’acqua calda non esce.
Il tema della disponibilità dei bagni pubblici, accessibili e puliti a Pordenone credo sia prioritario sul bagno di una scuola, non credete!
A me basta che il bagno si PULITO
👉Pordenone capitale della cultura bagno pubblico
Parliamo dei bagni pubblici di Pordenone: come li trovate?
Un amministratore di una città, una regione, dovrebbe occuparsi prima della qualità dei propri bagni pubblici invece di entrare, a gamba tesa, sui bagni delle scuole.
Ieri ho depositato questa interrogazione a risposta scritta per conoscere lo stato di diffusione e manutenzione dei nostri bagni pubblici a Pordenone

Questione di bagni. Tanto rumore per nulla
Quando sono andata a vivere con mio marito, la prima regola è stata: per una convivenza felice bagni separati.
E così abbiamo sempre fatto: in casa due bagni, uno per i maschi e uno per le femmine. È una questione per evitare i litigi sulla tavoletta su o giù, schizzi giù o su.
A casa dei mie genitori, i bagni erano due ad uso misto: vai dove è libero, con buona pace di mio padre che doveva convivere con 4 donne.
Mi sono trovata in autogrill nel bagno dei maschi perché quello delle femmine era troppo pieno. Ci ho portato anche le mie figlie piccole proprio perché la fila era troppo lunga.
Ci sono locali pubblici dove il bagno è uno con un’unica etichetta: maschi o femmine non importa.
Ho frequentato bagni femminili come l’unico luogo dove ho potuto vedere il volto di una donna completamente velata: indossava il Niquab e il bagno femminile era l’unico luogo dove poteva toglierlo.
L’IKEA è uno dei pochi luoghi in cui il fasciatoio è nel bagno neutro: non sta scritto da nessuna parte che il pannolino lo cambiano solo le mamme. Spesso mio marito è andato nel bagno femminile per cambiare il pannolino ai nostri figli o per portali in bagno.
Ho visto coppie uscire insieme da un gabinetto. Non ricordo se ci fosse un’etichetta sulla porta .
Ci sono stati bagni in cui c’era Marte o Venere sulla porta: io che confondo i simboli, posso avere anche scelto Marte ma il bagno era pulito.
Uno dei bagni più belli l’ho visto al Greenwich Village a New York: nessuna etichetta. Se non lo sapete questo è il quartiere che accoglie il quartiere LGBT di New York, con le bandiere arcobaleno anche sulle chiese.
Io i bagni del Parlamento non li ho visti, ma ricordo la polemica dell’onorevole Gardini che insultava l’on. Vladimir Luxuria perché usava il bagno femminile.
Qualche anno fa mio figlio è uscito da un bagno pubblico di un parco cittadino dicendomi che un uomo era appena entrato con una siringa.
In tanti bagni trovo il cartello che invita a non gettare assorbenti e altri materiali nel WC
Dopo giorni che leggo di bagni e ipotesi che entrano nella libertà di una scuola , che magari conosce i suoi studenti , c’è un BAGNO VERO che merita attenzione: quello del Parco San Valentino.
Il bagno delle femmine e’ fuori servizio, quello per i bambini ha la tavoletta rotta. L’acqua calda non esce.
Il tema della disponibilità dei bagni pubblici, accessibili e puliti a Pordenone credo sia prioritario sul bagno di una scuola, non credete!
A me basta che il bagno si PULITO
👉Pordenone capitale della cultura bagno pubblico
Parliamo dei bagni pubblici di Pordenone: come li trovate?
Un amministratore di una città, una regione, dovrebbe occuparsi prima della qualità dei propri bagni pubblici invece di entrare, a gamba tesa, sui bagni delle scuole.
Ieri ho depositato questa interrogazione a risposta scritta per conoscere lo stato di diffusione e manutenzione dei nostri bagni pubblici a Pordenone
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