Pordenone, dieci passi nella modernità”. Il Commento.
Pordenone sei bella, sei sempre stata bella, per questo ieri, alla presentazione del dossier sulle opere pubbliche è apparsa stonata la nota del Sindaco Reggente Parigi contro una minoranza che guarda il filo d’erba fuori posto piuttosto che “il fare”, a danno dell’immagine della città.
Bisogna riconoscere quando le cose sono fatte bene e il dossier presentato ieri, nella splendida cornice di Villa Cattaneo, sulla quale la stessa minoranza aveva sollecitato una riapertura e valorizzazione della villa, è stato un lavoro ben fatto. Personalmente, tra le tante opere, non ho potuto fare a meno di notare che il controverso rampy-park del San Valentino non compare: che sia stato definitivamente stralciato anche a seguito delle riflessioni sollevate dalla minoranza tacciata di sterile polemica?
L’amministrazione può rispondere anche a mezzo stampa così da rendere pubblica la notizia e non scomodare gli uffici comunali, come spesso ci viene rimproverato. Un’accortezza non da poco stante la scadenza elettorale, ancora incognita solo per i giochi di potere della destra.
La ricchezza di Pordenone però non è nelle opere né nei muri, anche se i numeri del censimento dei locali comunali forniti dall’assessore Verdichizzi fanno riflettere: più di 300 gli immobili di proprietà del Comune.
La vera ricchezza di Pordenone è nelle tante realtà associative che animano il tessuto urbano e sociale del territorio. Non è un caso che ieri fossero presenti in tante anche nel ruolo di co-attori nella costruzione della rete per la candidatura a capitale della cultura per cui, tutti, dobbiamo fare il tifo.
E siccome le associazioni, culturali e sportive, sono la vera ricchezza, bisogna dirla tutta sullo sbandierato nuovo Polo Young di via Molinari: costerà di più alle associazioni sportive e inevitabilmente farà una scrematura tra le grandi e le piccole realtà. La ex-fiera era una realtà vivace e ricca perché accessibile a tutti nei costi, per le società e per le famiglie. Quando l’opera sarà finita, solo allora, potremmo dire se avrà reso la città più ricca o più povera.
Pordenone, dieci passi nella modernità”. Il Commento – 002 2025
Pordenone, dieci passi nella modernità”. Il Commento.
Pordenone sei bella, sei sempre stata bella, per questo ieri, alla presentazione del dossier sulle opere pubbliche è apparsa stonata la nota del Sindaco Reggente Parigi contro una minoranza che guarda il filo d’erba fuori posto piuttosto che “il fare”, a danno dell’immagine della città.
Bisogna riconoscere quando le cose sono fatte bene e il dossier presentato ieri, nella splendida cornice di Villa Cattaneo, sulla quale la stessa minoranza aveva sollecitato una riapertura e valorizzazione della villa, è stato un lavoro ben fatto. Personalmente, tra le tante opere, non ho potuto fare a meno di notare che il controverso rampy-park del San Valentino non compare: che sia stato definitivamente stralciato anche a seguito delle riflessioni sollevate dalla minoranza tacciata di sterile polemica?
L’amministrazione può rispondere anche a mezzo stampa così da rendere pubblica la notizia e non scomodare gli uffici comunali, come spesso ci viene rimproverato. Un’accortezza non da poco stante la scadenza elettorale, ancora incognita solo per i giochi di potere della destra.
La ricchezza di Pordenone però non è nelle opere né nei muri, anche se i numeri del censimento dei locali comunali forniti dall’assessore Verdichizzi fanno riflettere: più di 300 gli immobili di proprietà del Comune.
La vera ricchezza di Pordenone è nelle tante realtà associative che animano il tessuto urbano e sociale del territorio. Non è un caso che ieri fossero presenti in tante anche nel ruolo di co-attori nella costruzione della rete per la candidatura a capitale della cultura per cui, tutti, dobbiamo fare il tifo.
E siccome le associazioni, culturali e sportive, sono la vera ricchezza, bisogna dirla tutta sullo sbandierato nuovo Polo Young di via Molinari: costerà di più alle associazioni sportive e inevitabilmente farà una scrematura tra le grandi e le piccole realtà. La ex-fiera era una realtà vivace e ricca perché accessibile a tutti nei costi, per le società e per le famiglie. Quando l’opera sarà finita, solo allora, potremmo dire se avrà reso la città più ricca o più povera.
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