Per sapere cosa? La lotta all’astensionismo parte da qui

23 Giugno 2024

Da un grande potere, deriva una grande responsabilità.

Sintetizzerei così l’esito delle elezioni europee che sanciscono la vittoria del bipolarismo in Italia, dove Partito Democratico e Fratelli d’Italia  fanno la parte dei leoni.

Bipolarismo che però, come conseguenza, porta all’aumento dell’astensionismo e per la prima volta, dal 1979,  l’Italia ha un’affluenza inferiore alla media europea.

Ed è in questo clima di sfiducia nella politica che si sta discutendo di premierato, di referendum sull’autonomia differenziata .

Con l’elezione di Alessandro Ciriani al Parlamento Europeo, in questo clima di sfiducia Pordenone si prepara a tornare al voto dopo 3 anni e mezzo (ad oggi si stima per la primavera 2025).

 

Quanti cittadini lo sanno? Ma soprattutto, interessa?

Credo che chi  rivesta un ruolo istituzionale e appartenga ad una forza politica abbia il dovere di informare i cittadini e stimolare riflessioni, se necessario anche con strade nuove. E’ importante risvegliare le coscienze nel senso civico, da apatia e indifferenza.

“Per sapere cosa? “ Questo è il titolo dell’iniziativa di ascolto che ho deciso di promuovere nell’esercizio del mio mandato consiliare e che vede la luce grazie alla preziosa collaborazione con il disegnatore Ugo Furlan. In un’epoca di tuttologi, abbiamo bisogno di riscoprire il piacere e la bellezza della ricerca e del confronto.

A cosa serve un consigliere comunale? Quanti cittadini lo sanno?

Dicono che sia il tempo di costruire ponti, ma per farlo è necessario abbattere i muri della diffidenza e sfiducia nei confronti della politica, il cui compito è agire nell’interesse delle persone.

E’ necessario recuperare un confronto diretto, chiaro e semplice, che non significa semplificare i problemi ma renderli comprensibili e accessibili a tutti.

 

Ho deciso di ascoltare e porre 5 domande:

  • “Quando vedi arrivare la povertà?” In una città ricca come Pordenone è sempre difficile parlare di povertà, che tuttavia esiste , è in crescita, ci vive accanto ma spesso non la vediamo o non la vogliamo vedere. L’inflazione sta rosicando gli stipendi, e quando devi fare delle scelte, cominci a tagliare delle spese, ma quali? Per chi?  Se fai fatica ad arrivare a fine mese, spesso, tra le prime spese che tagli c’è anche la prevenzione, tagli gli accertamenti medici e tagli l’attività sportiva. E qui arriva la seconda domanda

 

  • “Salute. Come vogliamo vivere?” La salute è qualcosa che va oltre la sanità, la malattia. Significa creare quelle situazioni che permettono di vivere bene al corpo e alla mente. Significa avere accesso alle cure, alla prevenzione, ma anche all’ambiente sano, alle relazioni sane che fanno crescere e ci aiutano a tirare fuori il meglio di noi.

 

  • “I bambini sono un peso o un vantaggio?”. Questa è una domanda difficile che dovrebbe urtare le coscienze. Rompe lo schema romantico della maternità e pone la questione, alle persone, alle famiglie e anche a soggetti decisori politici. I bambini sono solo un vantaggio per la collettività, per le pensioni, o sono anche un peso per le famiglie che è doveroso alleviare con servizi di welfare che stiano al passo con i tempi. O forse i bambini sono un peso anche per gli organi decisori che devono mettere risorse economiche a bilancio per la crescita e sviluppo, equo e giusto di questi bambini, indipendentemente che sia figlio di un ricco o un povero?

 

  • “Il lavoro è stare bene?” L’articolo 1 della nostra Costituzione recita che “l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro”, perché è grazie al lavoro che la persona conquista dignità e libertà. Ma cosa significa stare bene nel lavoro? È solo reddito o c’è molto di più? Quali sono gli elementi importanti per riconoscere che il lavoro “fa stare bene”? Chi sono i soggetti che possono avere un ruolo nello stare bene sul lavoro?

 

  • “Il rispetto è utile?”. Questa domanda impone una riflessione su tanti aspetti: dal rispetto per le persone, tra le persone, per l’ambiente circostante. Il rispetto è sacrificabile? E’ una conquista o dovrebbe essere la regola? Dove e come si manifesta?

 

 

Personalmente credo che la politica possa e debba avere un ruolo nel recupero del rispetto tra le persone, a partire dal linguaggio e dai toni. Solo così può riavvicinare le persone, specialmente le più giovani: la mia generazione come quella dei miei figli.

Se non lo facciamo noi sul territorio, ora che si apre un altro periodo elettorale, chi dovrebbe farlo?

Pordenone ha dimostrato negli anni di essere apripista su molte cose. Io ne ricordo due: le barricate di Torre del 1921, e l’ascesa di FDI (negarlo sarebbe da sciocchi visto le posizioni apicali conquistate).

Possiamo provare a invertire la rotta dell’affluenza lavorando sulla qualità del dibattito politico? Un dibattito che parta dai temi, che riavvicini i giovani alla politica come strumento per raggiungere gli ideali più che un fine per la realizzazione personale. Ma lo stimolo e l’esempio deve arrivare da chi oggi ha ruoli e incarichi politici.

Io e il PD? Io al PD voglio molto bene , è casa mia . Per questo ritengo che ogni tanto, il livello locale, abbia bisogno di una scossa. E’ un’organizzazione complessa, con i suoi tempi e le sue regole. Un’organizzazione che sta cercando di cambiare, adattarsi ai tempi, grazie alla freschezza della Segretaria Schlein e alla maturità del Presidente  Bonaccini. Dovrebbe essere sempre questo l’esempio delle relazioni nel Partito.

Ascolta qui lo “spiegone” dell’iniziativa

Clicca questo link e ascolta lo “spiegone” dell’iniziativa a Il13 TV del 26.06.2024