
IL CAPITALE SOCIALE:
UNA CITTÀ PIÙ RICCA, UNA CITTÀ PER TUTTI
A Pordenone la destra è forte, molto. Il suo limite però è nell’aver chiuso la città, le relazioni. Le tensioni di una città spaccata hanno raggiunto l’apice nella gestione del progetto per la rigenerazione urbana della ex-fiera. Qualsiasi percorso partecipato, qualsiasi confronto è stato chiuso a priori.
Il PD ha chiesto apertura e dialogo per quell’opera e adesso, in coerenza, ha il dovere di costruire un’alternativa partendo dall’esempio: se chiedi di avere processi trasparenti e partecipati per la città, questi li devi promuovere e attivare anche all’interno.
Il Partito Democratico è nato come una casa comune per chi crede nella democrazia, nella giustizia sociale e nella sostenibilità. Quindi le primarie non sono solo un esercizio di democrazia interna, ma l’occasione per costruire insieme una visione condivisa e aperta per il futuro della città di Pordenone, da fare insieme a iscritti, elettori e simpatizzanti, riavvicinando così la politica alle persone.
Ispirandoci al modello delle primarie che hanno visto Paolo Gentiloni emergere come una figura unitaria, moderata e inclusiva, vogliamo quindi riproporre un percorso che dia spazio alla partecipazione, al dibattito e alla costruzione di una proposta forte e innovativa per la nostra città.
UN PARTITO APERTO
A Pordenone per vincere servono i voti della destra. C’è una parte dell’elettorato che è scontento. Questo è un elemento non trascurabile nella valutazione di una fluidità del voto davanti a una proposta forte e valida.
Per costruirla è però necessario aprirsi alla società, evitando l’autoreferenzialità, ricordandoci che la nostra mission è quella di rappresentare le istanze di cambiamento della società. È quindi naturale stare nella società e aprirsi al dialogo. Solo così possiamo costruire una società libera e aperta.
Il Partito deve vivere, cioè come comunità aperta, perché semplicemente senza un pensiero riformista il centro-sinistra non esisterebbe.
LE PRIMARIE SONO UNA RISORSA
Il Partito Democratico è una comunità con delle precise norme a tutela del pluralismo e della partecipazione. Per questo lo Statuto definisce le primarie come lo strumento pilastro per le scelte della collettività che valorizza la base.
Le primarie sono uno strumento di apertura al mondo e alla società civile e sulle quali l’assemblea degli iscritti deve tornare a pronunciarsi, valutando i pro e i contro.
Il confronto nel partito è quindi la strada maestra contro l’autoreferenzialità per una visione più chiara da comunicare all’esterno.
Il PD è una comunità aperta che non deve essere difesa, né protetta dal confronto con la società. È dalla sua apertura che deriva la forza di rappresentarla.
PORDENONE, IL NOSTRO PROGETTO
Per il 2025 le incertezze legate alle guerre in atto, alle scelte della nuova amministrazione americana sui possibili dazi, e alle varie tensioni geopolitiche su scala globale, portano a rivedere al ribasso le previsioni di crescita sia dell’economia nazionale che regionale, come del resto viene ormai evidenziato in molti dei Documenti di Programmazione.
Di questo si deve tenere conto nel bilancio e nel governo dei Comuni, e a maggiore ragione in una città come Pordenone, dove è forte la cultura imprenditoriale privata e di libero mercato, e quindi dove si è più esposti, nel bene e nel male, a questo scenario.
Lo dimostra la stessa situazione della crisi che sta investendo Electrolux, azienda simbolo del nostro territorio, e delle possibili pesanti conseguenze per l’intera economia locale.
La situazione attuale infatti, se non affrontata con misure concrete e tempestive a livello regionale, nazionale e anche europeo, rischia di compromettere in modo irreversibile il patrimonio industriale e umano di Electrolux e dell’indotto territoriale.
In questo senso i Comuni del territorio si sono attivati con impegni precisi e concreti, previsti dal Protocollo di Intenti, che per completezza viene allegato al presente documento.
Su questo non ci sono dubbi, “sempre e per sempre, dalla stessa parte mi troverai”.
Tuttavia, pur in un quadro macroeconomico decisamente complesso ed incerto, per il 2025 esistono margini di moderato ottimismo, sia grazie anche alla politica di graduale discesa dei tassi d’interesse messa in campo dalle Banche Centrali (BCE e FED), che sicuramente avrà un impatto positivo sul reddito disponibile di famiglie e imprese, e sia grazie all’unità di intenti che la politica UE può e deve avere nei confronti delle relazioni commerciali con gli USA.
Questo da un lato ci impegna a valorizzare l’esistente, ma dall’altro ci obbliga ad affrontare il futuro di Pordenone con scelte chiare, ponderate ed efficaci, per garantire quel livello di benessere economico e di tutela sociale che i nostri genitori hanno costruito.
IL CONTESTO IMPRENDITORIALE E SOCIALE
Pordenone è una città conservatrice. Non è contraria al cambiamento, ma chiede che questo sia governato, tenuto sotto controllo.
Nella nostra regione, Pordenone è un territorio forte della cultura imprenditoriale che nasce assieme a Zanussi. Oggi Pordenone è, a tutti gli effetti, la vera locomotiva dell’imprenditorialità Friuli-Venezia Giulia.
Negli anni, però, il capitalismo pordenonese ha perso il suo carattere sociale, fatto di redistribuzione della ricchezza sul territorio e momenti di convivenza. Questo ha inciso sull’amplificazione delle disuguaglianze sociali e la solitudine degli individui.
Pordenone deve riscoprire la sua natura solidale recuperando il valore di redistribuire la ricchezza.
In una società sempre più aspra e individualista, il centrodestra ha concentrato la sua attenzione più sulla finanza e meno sulle persone. Lo stesso Alessandro Ciriani, consapevole di questi limiti, ha fatto un grande lavoro personale per recuperare gli spazi lasciati scoperti dal punto di vista sociale.
Ma il contatto personale non basta. Il mondo cambia e serve ripensare il sistema di welfare. Questo lavoro può farlo solo un partito che sia in grado di intercettare e rappresentare il cambiamento, attento all’uguaglianza e ai diritti, perché questi sono i principi fondanti del welfare state.
Pordenone è una città ricca, ma deve costruire un nuovo legame tra il capitale economico e il sociale per il benessere della collettività: il capitale sociale appunto. Il Partito ha la responsabilità di ricollegare la capacità imprenditoriale con i servizi di welfare. Se non lo fa una città ricca come Pordenone, chi dovrebbe farlo?
Quello che vogliamo è una città più ricca, più sociale, più solidale.
La ricchezza però non cresce se non cresce il capitale sociale intorno a lei.
LA FORMAZIONE NELLA CRESCITA DEL CAPITALE SOCIALE
Oggi, il territorio, la città di Pordenone sta facendo un lavoro importante, in collaborazione con ITS Alto Adriatico, per formare alta manodopera specializzata in modo che domanda e offerta del mercato del lavoro si incontrino.
È una grande risorsa perché pone le basi affinché i giovani trovino opportunità di lavoro in zona senza dover necessariamente emigrare. Se i giovani rimangono sul territorio, le imprese possono crescere e innovare valorizzando i talenti locali.
Quando un’azienda innova diventa anche maggiormente attrattiva nella ricerca di personale. Un tema non da poco a fronte della scarsità di risorse umane, in peggioramento con l’inverno demografico.
Ci sono altri due settori dove Pordenone può diventare competitiva e attrattiva dal punto di vista della formazione:
- la formazione del personale tecnico e amministrativo della Pubblica Amministrazione (è grazie ai nostri tecnici che Pordenone è riuscita ad intercettare 130 milioni di fondi per le opere pubbliche)
- la formazione di figure professionali competenti ed esperte nella gestione del rischio idraulico, un tema sempre più cruciale stante i cambiamenti climatici e la struttura idrogeologica di Pordenone.
Sono ambiti in cui il Polo Universitario può trovare spazio per crescere differenziandosi nel territorio.
Le persone devo ricominciare a prendersi cura della propria città, uscire dal pensiero che tutto dipende dall’amministrazione. L’amministrazione non può arrivare ovunque, soprattutto nelle periferie. Le associazioni svolgono un ruolo cardine nel tessuto cittadino e si può fare di più con i progetti partecipati e i patti di collaborazione. Strumenti che devono essere conosciuti e resi accessibili con un ufficio dedicato, del personale di riferimento e risorse economiche.
INTRODUCIAMO I COMITATI RIONALI O DI QUARTIERE
La soppressione delle circoscrizioni ha lasciato i quartieri orfani di una rappresentanza di prossimità che alimentava anche la partecipazione delle persone. Guardando ad altre esperienze amministrative, la proposta è l’introduzione dei consigli rionali, realtà che esiste a Monfalcone.
Citando il regolamento dedicato:
“I Comitati di Rione svolgono la propria attività in regime di volontariato ed in completa autonomia e libertà.
I Comitati di Rione assolvono alle seguenti funzioni:
- a) esprimono pareri preventivi a richiesta o su propria iniziativa, su atti comunali;
- b) esprimono proposte agli Organi comunali per l’adozione di atti
- c) esprimono proposte per la gestione e l’uso di Servizi e beni comunali;
- d) chiedono che funzionari comunali e/o esperti nelle singole materie trattate vengano
- e) invitati alle sedute per l’esposizione di particolari problematiche;
- f) esprimono priorità̀ relativamente agli interventi pertinenti al territorio;
- g) organizzano attività di animazione socio-culturale”
I comitati rionali usufruiscono inoltre di un budget comunale. Oltre a permettere di gestire meglio il quartiere, permettono di incentivare la partecipazione della base, favorendo così anche l’avvio di percorsi amministrativi delle persone.
URBANISTICA: LE OPERE STRATEGICHE VANNO PENSATE PER LE PERSONE CON LE PERSONE
Riprogettare la città non può avvenire per singole opere ma deve avvalersi dei masterplan di quartiere che guardino all’insieme degli elementi: piano del traffico, valutazione dell’impatto ambientale, valutazione dell’impatto sociale.
Le opere cantierate dall’amministrazione Ciriani (per un valore da 130 milioni) devono andare avanti ed essere concluse nel minor tempo possibile. La priorità è nella loro conclusione per riconsegnare gli spazi alla città.
OSPEDALE DI PORDENONE
No alla demolizione del padiglione B dell’ospedale.
L’edificio ha un suo valore storico e architettonico che deve essere conservato e riutilizzato, anche a fronte delle esigenze riorganizzative del sistema sanitario regionale (i servizi sanitari di prossimità, i posti letto, le fragilità mentali).
Una città è più ricca e più sociale quando mantiene una memoria storica dei suoi riferimenti.
In questo momento è importante concludere i lavori di realizzazione del nuovo ospedale. Urgente invece è lo studio della viabilità che possa inglobare anche il futuro della Caserma Mittica
LA CASERMA MITTICA
I tempi per la dismissione della caserma saranno lunghi, poi si partirà con il progetto. Un conto è il lavoro dei progettisti, un altro le esigenze della città, di chi vive il quartiere. La prossimità con l’ospedale rende l’area fragile per quanto riguarda la viabilità e i parcheggi.
Oggi sul tavolo dell’amministrazione c’è un progetto di cohousing e abitazioni a canone agevolato, ma risponde alle esigenze del quartiere, della città?
Prima di partire con la realizzazione, apriamo un tavolo di confronto con la cittadinanza e ascoltare le necessità.
Un’area verde? Un complesso scolastico per le scuole superiori? Sono molteplici gli istituti che soffrono delle sedi scolastiche frammentate e non rispondenti alle nuove esigenze di formazione, dai laboratori, alle aree studio alle palestre. Un’estensione dei servizi per l’ospedale?
Serve una progettazione partecipata con la cittadinanza e per farlo serve mettere anche delle risorse economiche.
CONCORSO DI IDEE PER IL CASTELLO
Sulla base dei tempi di dismissione del castello, stante il contributo del Rotary club e l’Università di Udine, aprire un concorso di idee per il recupero del castello.
L’EX AMMAN
Va riacquistato il terreno per creare quella cintura urbana di collegamento con il quartiere Borgomeduna e il polo universitario.
LA CASERMA DEI POMPIERI
Attuare la destinazione da PRGC come area multiservizio (impianti sportivi e ricreativi) al servizio dell’area scolastica di via Interna.
L’area è idonea anche a rappresentare un punto logistico di scambio del trasporto pubblico locale che catalizzi il trasporto extra-urbano alleggerendo così il traffico cittadino.
Le persone sono più sole e la popolazione è sempre più anziana. Due elementi che richiedono un rafforzamento dei servizi di salute territoriale. Gli ambulatori dei medici di base vanno riorganizzati in modo che si possa offrire un presidio territoriale costante e continuo. Questo permetterebbe di evitare il sovraccarico della guardia medica (oggi insufficiente e inefficiente) e inutili accessi al pronto soccorso.
Le proposte concrete:
- Medici di medicina generale 7 giorni su 7 – H24.
- Servizio di cure palliative H24
- l’infermiere di comunità / di quartiere
- il fisioterapista di comunità/ di quartiere.
Siamo consapevoli che tutto questo comporta maggiori assunzioni di personale ma è per i nostri figli.
Investire sul welfare significa dare un futuro alle nuove generazioni. Il welfare non è delocalizzabile e contribuisce al miglioramento della qualità della vita per chi invecchia, chi è malato e per chi deve farsene carico.
PER UNA CITTÀ A MISURA DI FAMIGLIE
Vivere bene, stare bene nella propria città significa creare le basi per uno sguardo fiducioso nel futuro e posizionare Pordenone come città attrattiva per le famiglie.
Una città demograficamente irrilevante, lo è anche politicamente. Se Pordenone continua a perdere popolazione perderà autonomia in favore di Trieste e Udine che hanno altri numeri. Le criticità che tanti ravvedono sul sistema sanitario (perdita di personale) sono una delle conseguenze dell’indebolimento demografico di Pordenone e del suo territorio.
Si inverte la marcia se Pordenone diventa una città attrattiva per creare famiglia e farla crescere.
Incentivare le politiche famigliari sul territorio significa mettere anche risorse economiche in un’ottica di investimento per il territorio più che di assistenzialismo.
- L’asilo nido deve essere un diritto, come parte integrante del percorso di formazione e inclusione dei bambini e delle mamme. Si deve puntare a una copertura dei posti nido almeno del 50%, con accesso gratuito per le categorie più fragili in modo che le madri non debbano scegliere tra un figlio e il lavoro, tra un figlio e la formazione (continuare un percorso universitario, fare un corso di lingua, imparare un nuovo mestiere).
- La TARIC va rimodulata per i nuclei famigliari numerosi a partire da 3 figli. Introdurre meccanismi di abbattimento dei tributi per le famiglie numerose
- Facilitare l’accesso alla cultura. Ingresso gratuito a musei, teatro e cinema per i bambini fino ai 12 anni accompagnati da un adulto.
- Un assessorato per la famiglia con un ufficio/vetrina dedicato alle politiche famigliari. Pordenone ha aderito al network dei comuni amici della famiglia. Cosa significa questo? Che deve essere un comune facile e trasparente per permettere alle famiglie di conoscere i servizi attivi, la rete delle associazioni di supporto delle politiche famigliari, i propri diritti in ambito di accesso ai bonus e assistenza in caso di fragilità. Ma dove e come? Serve un ufficio accessibile e aperto. Oltre a fornire un servizio per le famiglie, uno sportello così può essere anche un tramite per intercettare situazioni di fragilità famigliari e violenza sulle donne. In un mondo sempre più connesso, alla struttura fisica deve essere accompagnata una digitale, specifica, che non può essere persa nel sito istituzionale del comune. Serve quindi un sito dedicato “Pordenone per le famiglie” e relative pagine social (facebook, instagram, tiktok, canale whatsapp e telegram).
PER IL DIRITTO ALLA CASA
Sì al censimento dei locali vuoti alla base di un piano urbanistico che pianifichi le esigenze abitative reali della città. Modifiche delle norme tecniche attuative del PRGC per l’assegnazione dei premi volumetrici: non basta costruire in classe A+ (perché è un obbligo di legge). Bisogna che l’intervento abbia degli effetti benefici per la coesione sociale e la mitigazione del cambiamento climatico.
PORDENONE CITTÀ GREEN: MOBILITÀ, ENERGIA RINNOVABILE E SICUREZZA IDRAULICA
- Per una mobilità alternativa il primo passo è far funzionare i mezzi pubblici. Pordenone ha le risorse economiche e di personale per supportare i comuni della cintura del conurbamento (Porcia e Cordenons in primis). Ha realizzato il PUMS (obbligatorio per le città sopra i 100.000 abitanti) pur essendo un comune di 50.000. Porcia e Cordenons non hanno un loro piano. Subiscono le scelte della città. Il piano urbano della mobilità sostenibile deve essere fatto con i comuni contermini. Se la mobilità alternativa funziona, Pordenone ha dei benefici sulla diminuzione del traffico e il miglioramento della qualità dell’aria. Le persone, quindi, si ammalano meno.
- Abbonamento gratuito al TPL per i ragazzi da 14 a 19 anni con ISEE sotto i 15.000 euro. Rendere accessibile il trasporto pubblico ai giovani favorisce il cambio delle abitudini. A un aumento dell’utenza, migliora anche la frequenza del trasporto. L’abbonamento gratuito nelle fasce più deboli incide sul miglioramento della sicurezza sui mezzi di trasporto perché riduce la conflittualità per irregolarità del titolo di viaggio.
- Piano abbattimento barriere architettoniche. Pordenone deve essere una città accessibile. Oltre alle rampe, è importante implementare i parcheggi per disabili (anche in occasione dei grandi eventi), introducendo i corrimano, implementando i sensori acustici e i percorsi tattili.
- Implementazione delle piste ciclabili: obiettivo + 20 km. Miglioriamo il collegamento con Vallenoncello, Borgomeduna, Villanova e Comina. Pordenone è già ai vertici delle classifiche come comune ciclabile. Per incentivare ulteriormente l’uso delle biciclette è importante potenziare gli stalli per le biciclette, recuperando e riconvertendo i locali commerciali vuoti in ricoveri protetti e sorvegliati. E’ inoltre necessario installare colonnine di ricarica per le bici elettriche oltre a stalli di pronto intervento per le piccole manutenzioni di emergenza.
- Energie rinnovabili: si alle comunità energetiche, si alla diffusione del fotovoltaico con un piano di indirizzo tramite PRGC. Oggi il piano regolatore individua delle aree idonee all’istallazione del fotovoltaico che coincidono con le aree di parcheggio. Il comune può implementare il piano d’indirizzo definendo l’obbiettivo di produzione energetica cittadina e ulteriori aree idonee per la realizzazione delle comunità energetiche.
- Sicurezza idraulica: investimenti sul personale tecnico competente, Pordenone come città spugna, valorizzazione delle rogge.
- Portare le fognature dove non ci sono e adeguare quelle esistenti ai cambiamenti climatici
- Incentivi per l’allacciamento all’acquedotto e ammodernamento della rete idrica con la bonifica dell’amianto
Il mondo del digitale e dell’intelligenza artificiale è un mondo in continua e velocissima trasformazione. Rischiamo però di lasciare fuori molte persone. I servizi pensati per gli smartphone dimenticano gli anziani che hanno il Brondi. La tecnologia deve essere accessibile a tutti. Come?
- Un Digital Manager o manager della semplificazione che semplifichi l’approccio al digitale della comunità. Dobbiamo trovare strade nuove per umanizzare il rapporto con la tecnologia semplificando l’approccio della comunità al digitale.
- Uno Sportello unico per la semplificazione in collaborazione con l’associazione dei consumatori.
Per quanto riguarda il rapporto del personale tecnico amministrativo con la tecnologia va accompagnato con una formazione continua. Se digitale e IA possono migliorare la qualità del lavoro dei dipendenti, riducendo l’errore e una gestione più efficiente del tempo, sfruttiamole!
PORDENONE CAPITALE DELLA CULTURA
Pordenonelegge ha reso Pordenone punto di riferimento culturale italiano e internazionale: è la città dei libri!
La nostra città ha il primato in regione per numero di libri venduti. Una città che legge è una città che pensa e questa rappresenta una grande ricchezza: Pordenone città del pensiero libero.
La candidatura della città a Capitale della Cultura è una grande occasione per alimentare le tante realtà culturali che animano la città. Una candidatura che nasce per valorizzare la storia industriale della città e può avere benefici per una città più solidale.
La cultura rende liberi. Facilitarne l’accesso significa favorire la crescita delle persone e rompere l’isolamento.
Oltre all’accesso gratuito per i bambini fino ai 12 anni, è importante ampliare gli orari di apertura dei musei cittadini collaborando con le associazioni del territorio. In questo modo è possibile creare dei percorsi esperienziali diversi.
I luoghi di cultura devono essere accessibili anche la sera per offrire un’alternativa alla cultura da bere.
Pordenone capitale della cultura significa recuperare la storia della propria città: Pordenone città d’acqua, Pordenone città industriale.
Le proposte sopra riportate vogliono rappresentare un contributo costruttivo per il Partito e per la città di Pordenone. È un punto di partenza su cui c’è molto da lavorare.
La costruzione del programma vero e proprio deve essere un momento condiviso e aperto che può avvalersi anche di nuovi strumenti di partecipazione come i “world cafè”, da tenersi nei quartieri della città, come occasione per uno scambio di idee tra tutti coloro che sognano una Pordenone migliore.
Pordenone, 8 dicembre 2024
Irene Pirotta