Bronx di Pordenone e gli imprevisti prevedibili. L’incognita amianto sulla gestione dei tempi del Polo Universitario o Gino Valle Center
Pordenone ha avuto il suo più grande sviluppo edilizio negli anni ’60 e ’70, quando l’amianto era largamente diffuso per le sue proprietà isolanti e ignifughe. Solo con la Legge 257/1992 l’Italia vietò l’utilizzo dell’amianto e la produzione di manufatti in amianto, anticipando di 13 anni il divieto dell’Unione Europea.
Perché questa introduzione?
Perché il Centro Direzionale Galvani, o Bronx, è figlio dell’edilizia dell’amianto, materiale con il quale il Comune di Pordenone ha dovuto fare i conti più volte nella gestione dei cantieri, rallentando i tempi e incidendo sui costi. Basti solo pensare al sentiero delle operaie e al centro sportivo Gino Rossi (o ex-fiera). Imprevisti che però possono essere preventivati con delle analisi preliminari grazie alle nuove tecnologie sempre più in evoluzione. Fare le analisi è importante per una maggior garanzia delle imprese che corrono ad aggiudicarsi gli appalti pubblici, ma soprattutto per la sicurezza della salute dei lavoratori.
Per questa ragione il 15 luglio ho depositato un’Interrogazione a Risposta Immediata sul “Polo Universitario al Centro Direzionale Galvani e l’analisi preliminare dell’amianto”. Interrogazione che non è stata discussa in Consiglio, mancando l’urgenza, ma che ha avuto una risposta scritta pervenuta alla sottoscritta consigliera il 17 settembre 2024.

La risposta che ne ho ricevuto, per chiunque ha a che fare con le dinamiche d’impresa o del buon senso, ha del paradossale: “eventuali sondaggi o indagini specifiche potranno essere effettuate solo una volta acquistato l’immobile, dopodiché si valuteranno eventualmente i tempi e le modalità ritenute più opportune dai tecnici che si occuperanno della progettazione”.
Chiedo ai cittadini: quando si investono 11 milioni di soldi pubblici, è accettabile che un’amministrazione pubblica scelga di fare un investimento di riqualificazione così importante senza alcuna garanzia da parte del privato venditore?
Io oggi pongo la domanda, ma sulla gestione dell’amianto a Pordenone ci tornerò con un apposito approfondimento che verrà fatto con il contributo dell’avv. Sara Vito, la nostra candidata all’europarlamento, che in qualità di assessore regionale all’ambiente con la giunta Serracchiani ha fatto un grande lavoro per il Piano Regionale Amianto e le linee contributive per lo smaltimento, oggi seguite in continuità dall’assessore Scoccimarro.
Se oggi c’è attenzione e continuità regionale sull’amianto è anche perché Sara Vito negli anni del suo mandato ha fatto un grande lavoro per ricostruire da zero un assessorato ridotto in macerie dalla giunta Tondo e dalla discontinuità dei suoi assessori (5 in 5 anni).
La narrazione della destra pordenonese questo non lo dice. Preferisce incancrenirsi su una scelta triste del passato: l’ospedale.
Io però scelgo di guardare al futuro, con la prevenzione nei cantieri, a partire dall’amianto visto le grandi opere che abbiamo sul tavolo. La nostra regione è sempre stata all’avanguardia (il primo piano amianto è del 1996 con Umberto Laureni ) e il PD ha molto da dire a riguardo, a partire dall’esperienza dell’Avv. Sara Vito. La salute è anche e soprattutto prevenzione, nella cura del corpo e dell’ambiente.
